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Immagine del redattoreAlberto Langione

Arteriosclerosi - Una panoramica

Ormai lo avrete intuito, per introdurvi un concetto nuovo sto sempre attento a quello che fate la sera (ma non vi spio eh)! Ecco quindi che dopo avervi visto dare da bere al giardino e mangiare cibi pieni di insetti (se non vi ricordate perché, recuperate le scorse due puntate!) è il momento per voi di rilassa… eh no, niente relax! Dovete prima lavare i piatti.

Perciò, controvoglia, vi avvicinate al lavello e iniziate le operazioni. Vi accorgete subito che qualcosa non va ed infatti l’acqua non scende bene come dovrebbe. Scocciat* vi avvicinate al mobiletto in cui tenete il disgorgante e lo versate dentro il tubo, sperando di risolvere il problema. Ma che è successo?

È successo che il tubo, per vari motivi, è otturato. Il cibo scende più lentamente e quindi l’acqua si accumula fino a risalire nel lavandino. C’è pure il rischio che un pezzo troppo grosso (o un grumo di capelli… e tu che stai leggendo so che sai che potrebbe succedere, in bagno) blocchi improvvisamente tutto.

Ma cosa c’entra questo con la salute umana ? Andiamo a scoprirlo insieme!



E’ una rottura

L’aterosclerosi è una patologia che si sviluppa nel corso del tempo, a livello dell arterie di grande e medio calibro (i “tubi di grande dimensione del nostro sistema”) di tutto il corpo. E’ conosciuta soprattutto per le sue sequele nel momento che queste si sviluppano a livello cerebrale (ictus) e delle arterie coronarie (infarto cardiaco).

E già qui capiamo che non stiamo parlando di qualcosa di banale, ma di importante, che ha un impatto decisamente importante nelle nostre vite.

Ma come si arriva ad una situazione come quella di un infarto?*

Introduciamo ora un termine molto importante, “disfunzione endoteliale”: le pareti dei nostri vasi sono rivestite di endotelio, uno strato sottilissimo di cellule che svolge svariate funzione tra cui, sintetizzando al massimo, quella di regolare il calibro dei vasi stessi e, di conseguenza, la pressione. 

La disfunzione endoteliale sia ha quindi nel momento in cui questo sottile strato di rivestimento interno non riesce ad essere perfettamente performante. 

Successivamente a questo possono crearsi una serie molto ampia di problematiche ma a noi interessa principalmente quello che succede quando un endotelio disfunzionale risulta danneggiato nella struttura e quindi permette di “intravedere” lo strato sottostante.

Di nuovo, non trattandosi di un trattato medico, dobbiamo riassumere quindi chiediamo subito scusa se alcune semplificazioni possono risultare eccessiva ma prometto che dentro ci sarà tutto.

Nello strato sottostante esiste una popolazione di cellule infiammatorie che si chiamano monociti e che, quando vengono esposti ma non solo, si trasformano in macrofagi. I macrofagi sono, per i più nostalgici di voi, gli spazzini che in “Esplorando il corpo umano” raccolgono i patogeni come dei piccoli camion della spazzatura.



Spazzatura 

Un secondo attore entra ora in atto. Infatti un elemento che circola nel nostro sangue, le LDL, hanno “affinità” con questa particolare struttura dell’endotelio e quindi vengono “inglobate” nello spessore del nostro vaso, aumentandone lo spessore e quindi riducendo il lume e la possibilità di passare per il sangue.

Ma cosa sono le LDL?

Con la sigla LDL identifichiamo le Lipoproteine a Bassa Densità (in inglese, Low Density Lipoprotein), ovvero una struttura circolante nel nostro sangue e formata da Proteine e da Lipidi, prevalentemente Colesterolo. 

Ecco quindi che abbiamo subito scoperto l’importanza del secondo attore in scena.

Una dieta ricca di grassi promuoverà una produzione maggiore di LDL (chiamate da tutti IL COLESTEROLO CATTIVO) e il loro aumentato circolo nel sangue. 

L’aumento di LDL in circolo farà sì che queste abbiano più probabilità di incontrare una zona di disfunzione endoteliale, di entrarvi dentro e di aumentare lo spessore della parete del vostro vaso.



Problemi di traffico

Un vaso più spesso significa un vaso dove il sangue farà più fatica a passare (un po’ come nel nostro lavandino) e questo potrebbe crearci dei problemi, soprattutto nel caso in cui noi abbiamo bisogno che da quel vaso passi più sangue del normale, per esempio durante uno sforzo fisico. E’ la cosiddetta angina da sforzo, una situazione in cui non siamo in grado di garantire più sangue (e quindi più nutrienti) alle cellule del nostro cuore attraverso le coronarie, con conseguente dolore al petto e fatica.


Ma l’aterosclerosi si porta dietro un altro grosso grosso problema. Man mano che la placca cresce, perde di stabilità, un po’ come la pila di vestiti che vedete ora sulla sedia in camera vostra. Ma, se una pila di vestiti al massimo può cadere, una placca rischia di fare una cosa molto più pericolosa: rompersi.

E se un pezzettino di placca si rompe inizia a scorrere nel nostro apparato circolatorio in vasi sempre più piccoli finché non ne incontra uno troppo piccolo e lì si blocca. Da quella strada non si passa più, non arrivano più nutrienti alle nostre cellule che quindi, muoiono.

La definizione di infarto, indipendentemente da dove avvenga, è proprio quella di danno in cui le cellule muoiono a causa della mancata ossigenazione.


* infarti ed ictus possono avere cause diverse dall’aterosclerosi, soprattutto genetiche e malformative, che però non sono oggetto di questa mail. In futuro chissà!



Cosa ci insegna questa storia?

Cosa ci spaventa di più? Che il momento in cui avviene un infarto, un ictus possono avvenire decenni dopo la formazione iniziale della placca e quindi in questo caso, mai come in altri, una sana prevenzione è fondamentale. 

Purtroppo non abbiamo ancora scoperto, e forse non scopriremo mai, un disgorgante naturale per i nostri tubi e quindi dobbiamo sempre più assicurarci di mantenerli puliti ed in ordine. 

Purtroppo l’aterosclerosi è un processo che, una volta iniziato, è difficile si fermi e ancora più difficile che si inverta. Possiamo rallentarlo, certo, possiamo tenerlo controllato ma l’allungamento medio della vita ci impone di ammettere che con questo demone dovremmo sempre di più convivere come medici e come pazienti. Per questo la prevenzione, che passa anche da una buona dieta, è quanto mai fondamentale. 


Alla prossima! :)


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