Quando studiavo medicina, i numeri non piacevano a nessuno. Con pagine e pagine di sintomi, complicanze, tabelle di classificazioni e chi più ne ha più ne metta, non sembrava davvero importante sapere che una persona su diecimila potesse sviluppare una condizione, per lo meno non tanto quanto imparare a riconoscerla. Fortunatamente con gli anni sono cambiato.
Un numero però mi è rimasto impresso, anzi una frase che contiene un numero e uno dei concetti più difficilmente digeribili, le percentuali:” più del 50% delle persone over 65 soffre di ipertensione”.
Ed è da qui che parte la nostra storia, una storia di numeri, di tubi idraulici e di cibo, tanto cibo. Iniziamo!
La pressione senza sangue è giardinaggio
Ormai è Giugno inoltrato e, nonostante qualche temporale di troppo, fa caldo, molto caldo. E' però ormai sera e, prima che faccia buio, uscite in giardino, andate verso l'angolo più distante, prendete in mano la canna verde, girate il rubinetto e iniziate ad irrigare il giardino.
Subito, per non dover spostarvi troppo, con il pollice chiudete metà il buco della canna. Immediatamente l'acqua cambia direzione, il getto va più distante e voi potete dar da bere a tutta l'erba stando fermi.
Ecco, basterebbe fermarsi qui per spiegare in modo semplice ed efficace cosa succeda quando vi viene "la pressione alta".
Ovviamente le cose non sono così semplici nella realtà ma noi non siamo qui per scrivere un trattato di Medicina quindi, dopo questo breve momento di relax prima della cena, possiamo andare avanti.
Le nostre arterie (e per ora ci occuperemo solo di queste) funzionano all'incirca come la canna dell'acqua: una pompa, il cuore, spinge il sangue nel circolo arterioso e, all'interno di questi vasi, scorre proprio come all'interno della canna.
La pressione (eccoci qui!) esercitata dal muscolo cardiaco garantisce una velocità iniziale che poi verrà supportata lungo tutto il percorso fino ai capillari, dove i globuli rossi cederanno ossigeno e acquisiranno anidride carbonica da riportare ai polmoni.
E' tutta una questione di "Conformità"
Abbiamo capito quindi che il sangue esce dal cuore ed entra nella canna che altri non è che la nostra arteria principale, l'Aorta.
E' qui la prima differenza con il nostro giardiniere: una volta aperto il rubinetto l'acqua scorre, scorre e non si ferma, finché noi non lo chiudiamo. Il sangue invece entra in circolo in modo intermittente, un battito alla volta.
Anche nei vasi più solidi dal punto di vista strutturale (come lo sono le grosse arterie di conduzione) c'è un certo grado di distensibilità che è funzionale al circolo sanguigno.
Il cuore pompa il sangue in avanti con flusso discontinuo mentre la circolazione sanguigna deve essere un flusso continuo (tanto più a livello dei tessuti, per favorire gli scambi). Questa caratteristica è promossa proprio dalla struttura dei nostri vasi ed è detta compliance.
Matematicamente (scusate, poco poco devo) la compliance è il rapporto
∂V/∂P
Quindi un vaso ad alta compliance avrà una variazione di volume ampia in risposta ad una data variazione di pressione. Un vaso poco “compliante” avrà una variazione di volume minima in risposta a una stessa variazione di pressione.
Massimo Pericolo
Ecco quindi che abbiamo messo insieme tutti gli elementi. Il cuore, per vincere la resistenza di un vaso poco "compliante", poco elastico, molto rigido dovrà pompare il sangue con una Forza maggiore perché dovrà "vincere" una pressione maggiore. Questo valore di pressione è quello che, misurato, ci restituisce il valore che chiamiamo Pressione Massima.
Non potendosi più allargare il vaso si ha "l'effetto pollice", il sangue scorre più velocemente, troppo velocemente e questo provoca una serie di problemi, sia agli scambi che alla tenuta stessa del circolo sanguigno.
Definiamo ipertensione quindi quando la Pressione Massima di un paziente è superiore ai 140 mmHg e la Pressione Minima (di cui oggi, purtroppo, non ci occuperemo) è maggiore di 90 mmHg.
E finalmente è entrato in gioco il nostro ultimo attore: il valore numerico.
E' tutta una questione di sfumature
E' la seconda volta di fila che affrontiamo questo discorso: la volta scorsa con il BMI, questa volta con il valore di pressione massima. Cosa ci dice questo numero?
Questo numero è usato per definire un valore che è correlato ad un aumento di rischio nella popolazione in generale. Questo significa che una persona che ha una massima di 140 mmHg sicuramente si ammalerà a causa dell'iper-tensione e che, al contrario, ad una persona con 128 mmHg sicuramente non succederà? Assolutamente no!
Quello che dobbiamo ricordare assolutamente quindi è il fatto che quando parliamo di ipertensione, poiché ci rifacciamo ad un semplice valore numerico, non parliamo di una patologia ma un fattore di rischio per lo sviluppo di altre patologie.
Quando ci riferiamo a valori come questi dobbiamo imparare a ragionare in termini di probabilità, di rischio. Ed è proprio il punto che voglio farvi ricordare, e che vi ho già sottolineato in passato: in medicina, molto spesso. non si ragiona in termini di assoluti.
Concetti come "probabilità", "rischio", "pericolo", "assoluto" e "relativo" sono concetti con cui dobbiamo imparare ad avere familiarità se vogliamo avere una conoscenza migliore della nostra salute.
Questo significa che dobbiamo sottovalutare un valore alto di pressione? Al contrario! Dobbiamo essere doppiamente attenti perché proprio trattandosi di un fattore di rischio, promuove lo sviluppo di malattie che può avvenire anche molti anni dopo la diagnosi di ipertensione.
Purtroppo questa errata percezione del rischio "futuro" fa sì che molte persone non affrontino questo tema con la giusta urgenza, pensando che infondo il tempo a disposizione è tanto e che le rinunce sono, alla fine, troppo onerose.
Ecco perché, ancora una volta, la fiducia nel proprio medico è fondamentale, così come è fondamentale la necessità di comprendere l'importanza di un percorso che ci garantisca un futuro migliore, anche se nel presente i risultati non sono così tangibili.
Alla prossima! :)
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