Uno degli organi più sottovalutati e meno conosciuti è la tiroide. La tiroide è infatti un organo molto importante per la nostra vita, essendo uno dei centri regolatori di molte attività corporee.
Spesso associamo la tiroide al nostro peso corporeo, giustamente. Purtroppo, negli anni, il legame tra tiroide e peso è stato portato al grande pubblico nel modo sbagliato, associando un problema di peso a “la tiroide che non funziona”. L’equivalente, sempre idiota, di chi usa “le ossa grosse” per offendere le persone. Non noi.
Andremo quindi oggi ad indagare un aspetto fondamentale e abbastanza nuovo, legato alla tiroide e all’alimentazione, la glicazione.
La glicazione, un processo non enzimatico di legame covalente tra zuccheri e proteine, ha negli ultimi anni suscitato crescente interesse nella comunità scientifica per il suo ruolo patogenetico in numerose patologie croniche, tra cui le malattie tiroidee.
Meccanismi Molecolari e Cellulari
I prodotti finali della glicazione avanzata (AGEs) interagiscono con specifici recettori cellulari (RAGE) innescando una cascata di eventi molecolari che promuovono:
Infiammazione cronica: Gli AGEs attivano l'espressione di citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-1β) e molecole di adesione, favorendo il reclutamento di cellule infiammatorie nel tessuto tiroideo.
Stress ossidativo: Gli AGEs possono generare radicali liberi, danneggiando le membrane cellulari, il DNA e le proteine, e contribuendo alla disfunzione mitocondriale.
Apoptosi e senescenza cellulare: Gli AGEs possono indurre la morte cellulare programmata (apoptosi) o un arresto del ciclo cellulare (senescenza), alterando l'architettura tissutale e la funzione tiroidea.
Alterazione della risposta immunitaria: Gli AGEs possono modulare la risposta immunitaria, favorendo la polarizzazione verso un fenotipo Th1, tipico delle malattie autoimmuni.
Implicazioni Cliniche nelle Malattie Tiroidee
Tiroidite di Hashimoto: Gli AGEs possono contribuire alla distruzione delle cellule tiroidee mediata dagli anticorpi, amplificando il processo autoimmune. Inoltre, possono alterare l'espressione degli antigeni tiroidei,rendendoli più immunogenici.
Malattia di Graves: In questa patologia autoimmune, gli AGEs possono aumentare la produzione di anticorpi stimolanti il recettore TSH, esacerbando l'ipertiroidismo.
Noduli tiroidei: Gli AGEs sono stati implicati nella patogenesi dei noduli tiroidei, sia benigni che maligni,attraverso meccanismi che coinvolgono la proliferazione cellulare e l'angiogenesi.
Strategie Terapeutiche e Prevenzione
La riduzione degli AGEs rappresenta una promettente strategia terapeutica per le malattie tiroidee. Oltre alla terapia farmacologica convenzionale, si possono adottare i seguenti approcci:
Dieta: Ridurre il consumo di alimenti ricchi di AGEs (carni rosse alla griglia, cibi fritti, prodotti da forno) e aumentare gli alimenti ricchi di antiossidanti (frutta, verdura, tè verde).
Integratori: Supplementi a base di antiossidanti (vitamina C, E, selenio) possono aiutare a neutralizzare i radicali liberi generati dagli AGEs.
Stile di vita: L'attività fisica regolare, il controllo del peso e la riduzione dello stress possono contribuire a ridurre l'infiammazione e la produzione di AGEs.
Ruolo degli AGEs nella carcinogenesi tiroidea
Sebbene la maggior parte degli studi si sia concentrata sull'impatto degli AGEs nelle malattie autoimmuni della tiroide, un crescente corpo di evidenze suggerisce un loro coinvolgimento anche nella trasformazione neoplastica.
Evidenze cliniche: Alcuni studi epidemiologici hanno associato un elevato carico glicativo a un aumentato rischio di carcinoma tiroideo, in particolare di tipo papillare.
Nuove prospettive terapeutiche: L'inibizione della formazione degli AGEs potrebbe rappresentare una nuova strategia per prevenire o rallentare la progressione del carcinoma tiroideo.
Come potete vedere, la dieta errata, nel lungo periodo, può avere implicazioni negative per la nostra persona, ben oltre quello che ci possiamo normalmente aspettare, per questo motivo è molto molto importante affidarsi ad un professionista che possa affiancarci ma che soprattutto possa informarci e fornirci tutti gli strumenti corretti per comprendere quelli che sono i meccanismi che il cibo attua nel nostro corpo.
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