La scorsa volta abbiamo scritto cosa fosse il rischio clinico e come il concetto si applicasse alla medicina. Oggi quindi affronteremo l’argomento relativo alla menopausa e tumore al seno.
Introduciamo il discorso con un piccolo ripasso sulla menopausa e su come si arrivi a questa correlazione.
La menopausa, come sappiamo, rappresenta una transizione fisiologica significativa nella vita di una donna, caratterizzata da una diminuzione della produzione di estrogeni e progesterone da parte delle ovaie. Questa riduzione ormonale può causare una serie di sintomi spiacevoli, tra cui vampate di calore, sudorazioni notturne, secchezza vaginale e alterazioni dell'umore.
La terapia ormonale sostitutiva (HRT) viene spesso utilizzata per alleviare questi sintomi, ma è associata a un aumento del rischio di cancro al seno. Per comprendere meglio questo legame, è fondamentale scrivere di più riguardo ai protagonisti silenziosi di questa storia: i geni BRCA.
GENI BRCA
I geni BRCA (BRCA1 e BRCA2) sono geni oncosoppressori che giocano un ruolo cruciale nella riparazione del DNA e nel mantenimento della stabilità genomica.
La perdita della funzione di BRCA1 o BRCA2 compromette la capacità delle cellule di riparare il DNA danneggiato. Questo porta a un accumulo di mutazioni e instabilità genomica, aumentando la probabilità di trasformazione neoplastica. La deficienza nella riparazione del DNA può anche interferire con altri meccanismi di controllo del ciclo cellulare e apoptosi, contribuendo alla crescita tumorale.
Le donne con mutazioni BRCA1 o BRCA2 hanno un rischio significativamente aumentato di sviluppare il cancro al seno rispetto alla popolazione generale. Il rischio per BRCA1 può arrivare fino al 72%, mentre per BRCA2 può essere fino al 69% entro i 80 anni. Le donne con una storia familiare di cancro al seno o ovarico possono essere candidate per il test genetico per identificare mutazioni BRCA. Le portatrici di mutazioni BRCA infine sono spesso sottoposte a programmi di sorveglianza intensificata, inclusi mammografie annuali e risonanze magnetiche (MRI).
Terapia ormonale sostitutiva (HRT)
La terapia ormonale sostitutiva (HRT) viene spesso utilizzata per alleviare i sintomi della menopausa ma è associata a un aumento del rischio di cancro al seno.
Gli estrogeni agiscono legandosi ai recettori ERα e ERβ nelle cellule target. Questo legame stimola la trascrizione di geni responsabili della proliferazione e differenziazione cellulare.
I progestinici, d'altra parte, si legano ai recettori del progesterone (PR) e modulano l'attività degli estrogeni nell'endometrio e nel tessuto mammario. L'aggiunta di progestinici nella HRT combinata è progettata per prevenire l'iperplasia endometriale indotta dagli estrogeni, riducendo il rischio di carcinoma endometriale. Tuttavia, questa combinazione sembra aumentare il rischio di cancro al seno.
La decisione di iniziare l'HRT dovrebbe bilanciare i benefici per il sollievo dei sintomi menopausali contro il potenziale aumento del rischio di cancro al seno. Alcuni protocolli suggeriscono l'uso di HRT a dosi minime efficaci e per la durata più breve possibile per mitigare il rischio.
Conclusioni
Il legame tra menopausa, terapia ormonale sostitutiva e cancro al seno è complesso e multifattoriale. La fisiopatologia del cancro al seno è influenzata dagli estrogeni e dai progestinici, che possono aumentare la proliferazione delle cellule mammarie e il rischio di mutazioni oncogeniche. Epidemiologicamente, l'uso di HRT, in particolare quella combinata, è associato a un aumento del rischio di cancro al seno, con il rischio che varia in base alla durata del trattamento e al tipo di ormoni utilizzati.
Una valutazione attenta e personalizzata del rischio, insieme a un monitoraggio regolare, è essenziale per la gestione sicura ed efficace della terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa.
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