La scorsa puntata era incentrata sulla terapia ormonale e abbiamo potuto vedere insieme quanto fosse complicata, ramificata. Ricordiamo subito un concetto molto importante: la terapia ormonale sostitutiva è una terapia sintomatica: assumendola noi non miriamo a correggere i deficit ormonali di per sé ma solamente eventuali sintomi presenti nel corpo della donna.
Tuttavia si tratta di una terapia che ha un forte impatto per l’organismo di una donna e quindi vi sono diverse controindicazioni a riguardo. Andiamo quindi ora a vederne una carrellata rapida ma esaustiva:
Controindicazioni assolute
Carcinoma mammario: Le donne con storia di carcinoma mammario attivo o pregresso non dovrebbero assumere HRT. L'estrogeno può stimolare la crescita di cellule tumorali sensibili agli ormoni, aumentando il rischio di recidiva.
Neoplasie estrogeno-dipendenti: Oltre al carcinoma mammario, altre neoplasie estrogeno-dipendenti rappresentano una controindicazione assoluta. L'introduzione di estrogeni esogeni può accelerare la crescita di queste neoplasie.
Tromboembolia venosa attiva: La presenza di tromboembolia venosa attiva, come la trombosi venosa profonda (TVP) o l'embolia polmonare (EP) possono rappresentare un rischio. Gli estrogeni aumentano il rischio di formazione di coaguli.
Malattia tromboembolica arteriosa recente: Gli eventi tromboembolici arteriosi recenti, come infarto del miocardio o ictus possono recidivare con l’assunzione di HRT
Malattia epatica severa: Le donne con malattia epatica severa, come cirrosi o epatite attiva, non dovrebbero ricevere HRT. Gli estrogeni vengono metabolizzati dal fegato, e una funzionalità epatica compromessa può portare ad accumulo tossico.
Emorragia genitale non diagnosticata: La presenza di emorragia genitale di origine sconosciuta è una controindicazione assoluta fino a che non viene stabilita una diagnosi definitiva. L'emorragia potrebbe essere sintomo di una neoplasia non diagnosticata, che potrebbe essere esacerbata dalla terapia ormonale.
Controindicazioni relative
Storia di tromboembolia venosa: Una storia passata di tromboembolia venosa rappresenta una controindicazione relativa. In questi casi, la decisione di iniziare HRT deve essere attentamente ponderata e richiede una valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Ipertensione non controllata: Sebbene non sia una controindicazione assoluta, l'ipertensione non controllata richiede cautela. Gli estrogeni possono aumentare la pressione sanguigna, aggravando l'ipertensione preesistente.
Diabete mellito con complicanze vascolari: Il diabete mellito, soprattutto se associato a complicanze vascolari, è una controindicazione relativa. La HRT può alterare il metabolismo del glucosio e influire negativamente sulla funzione vascolare.
Malattie autoimmuni: Alcune malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico, possono essere esacerbate dagli estrogeni. L'uso di HRT in pazienti con queste condizioni richiede una valutazione specialistica.
Fumo: Le donne fumatrici presentano un rischio aumentato di eventi cardiovascolari e tromboembolici. Sebbene non sia una controindicazione assoluta, il fumo aumenta significativamente i rischi associati alla HRT.
Emicrania con aura: Le donne che soffrono di emicrania con aura presentano un rischio maggiore di ictus ischemico. L'introduzione di estrogeni può aumentare questo rischio, rendendo necessaria una valutazione attenta prima di iniziare la HRT.
Considerazioni aggiuntive
Abbiamo visto che vi sono molto situazioni in cui la HRT può essere fortemente sconsigliata in un elevato numero di pazienti e in una enorme varietà di patologie. Questo deve farci comprendere quando la HRT sia una delle terapia che richieda una stretta collaborazione con il proprio medico e un attento follow-up dei risultati.
La HRT deve essere personalizzata e somministrata con un'attenta valutazione del profilo di rischio individuale della paziente. Le dosi e le modalità di somministrazione devono essere scelte per minimizzare i rischi. Ad esempio, gli estrogeni transdermici sono associati a un minor rischio tromboembolico rispetto agli estrogeni orali e potrebbero essere preferiti in donne con rischio cardiovascolare elevato.
Un follow-up regolare è essenziale per monitorare la risposta alla terapia e individuare tempestivamente eventuali complicanze. Le pazienti devono essere educate sui segnali di allarme di eventi tromboembolici e cardiovascolari, come dolore toracico, difficoltà respiratorie e gonfiore agli arti inferiori.
La decisione di iniziare HRT deve essere presa dopo una discussione approfondita con la paziente, considerando sia i benefici che i rischi. È importante che le donne siano informate sulle alternative non ormonali disponibili per la gestione dei sintomi della menopausa, come i modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM) e i farmaci non ormonali per il controllo delle vampate di calore.
In conclusione, la HRT rappresenta un'opzione terapeutica efficace per molte donne in menopausa, ma è cruciale una valutazione individuale accurata per evitare complicanze gravi. Per aiutare a districarsi in questa situazione, l’associazione italiana endocrinologici ha pubblicato un interessante vademecum.
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